Scopri e fai crescere il tuo pubblico con le liste di controllo della nostra guida gratuita.
L'indirizzo e-mail inserito non è valido.
Grazie per l'iscrizione.
Indicando la tua e-mail, confermi di aver letto e compreso la nostra Informativa sulla privacy e acconsenti a ricevere materiale di marketing da parte di Squarespace.
L'artista Samantha Rothenberg, nota ai suoi follower di Instagram come Violet Clair, ha appena lanciato una nuova mostra a New York, ispirata alle disavventure dei single in cerca di amore. Nel suo “Better Off Alone” (Meglio sola), esplora la moltitudine di sentimenti che vengono associati agli incontri romantici, senza mai dimenticare di coinvolgere il suo pubblico. L'abbiamo intervistata per capire come è arrivata a mettere insieme questa specialissima mostra.
Squarespace: La tua nuova mostra, “Better Off Alone”, apre questa settimana. Che cosa l'ha ispirata?
Samantha Rothenberg: Quando mi è stata offerta l'opportunità di mettere in piedi una mostra delle mie opere, sapevo di voler puntare sui fumetti a tema appuntamenti, e quale periodo migliore per farlo se non San Valentino? Dal momento che gran parte del mio lavoro raffigura il lato più difficile del romanticismo moderno, ho pensato che una mostra anti-San Valentino a San Valentino sarebbe stata l'ideale.
SQSP: La mostra è stata etichettata “anti-San Valentino”. Hai sempre avuto qualcosa in contrario a questa celebrazione?
SR: Non mi piace l'interpretazione limitata che ne viene data, perché penso che se si è in una relazione non basti un solo giorno per festeggiare. Dovrebbe essere una giornata in cui festeggiare l'amore e l'amicizia in generale! Fortunatamente, negli ultimi anni, con l'introduzione del Galentine’s Day e cose del genere, credo si stia cominciando ad andare nella giusta direzione.
SQSP: Come si è evoluta la tua serie Instagram,“Screenshots with Psychopaths and Other Stories” (Screenshot con psicopatici e altre storie) da quando l'hai cominciata?
SR: Quando l'ho avviata, il mio obiettivo era raccontare delle domande peggiori e più offensive che mi sia capitato di ricevere (da cui lo “psicopatici”). Nel tempo, però, è diventata un modo per raccontare storie e avviare conversazioni su interazioni che non sono così definite/unilaterali. Ora mi capita di condividere anche aneddoti che rientrano nella “zona grigia”, perché spesso scatenano dibattiti davvero interessanti. Per questo ho cambiato il titolo in “Screenshot stories”.
SQSP: Molte delle opere raffigurate sul tuo sito web e sul tuo canale Instagram raccontano degli incontri vissuti in maniera brutalmente onesta. Come hai fatto a trovare così tante storie da condividere?
SR: Mi arrivano tonnellate di materiale!
SQSP: I tuoi follower non hanno certo paura di condividere con te i loro sentimenti. Come ti trovi a interagire con loro online?
SR: Lo adoro e non potrei essere più felice della community che si è formata attorno al mio lavoro.
SQSP: Cosa vuoi che provi il tuo pubblico quando vede una tua opera, online o di persona?
SR: Spero che si sentano “visti”.
SQSP: Qual è il tuo modo ideale di trascorrere San Valentino?
SR: Che io sia single o in una relazione, preferisco non fare niente di speciale: orange wine, falafel da asporto e un bel documentario su un artista della truffa potrebbero essere l'ideale.