Cornelia Borgerhoff (nota come Corie) è cresciuta come figlia adottiva di una famiglia bianca di Philadelphia. In qualità di studentessa nera in scuole private frequentate prevalentemente da bianchi, Corie ha affrontato gli stigmi razziali in tenera età. "È stato sicuramente uno shock culturale quando ho capito di essere sempre accusata di comportarmi da bianca", spiega.
Il suo amore per la moda è iniziato quando ha imparato a cucire a nove anni, strappando i vecchi vestiti di suo fratello per trasformarli in qualcosa di nuovo. Il fratello di Corie, anche lui nero, è sempre stato una grande fonte di ispirazione per lei, dagli outfit agli sport che ha praticato.
Corie ci dice che nulla di tutto ciò è cambiato quando si è trasferita a New York per studiare fashion design. Le sue collezioni si concentravano sull'utilizzo di materiali riciclati, rappresentando persone di colore e creando pezzi "gender-fluid", influenzati dalla sua ossessione iniziale per lo stile del fratello. Il suo pensiero è che più brand dovrebbero muoversi in questa direzione, ma che "il mondo sta cambiando molto più velocemente di quanto penso stia facendo l'industria della moda".
Solo un paio di anni fa Corie si è resa conto di poter usare la sua passione come una sorta di "diario visivo" per affrontare e condividere le sue esperienze personali sulla razza. La moda è diventata per lei uno strumento per esplorare le dicotomie nella sua identità e per sfidare gli stereotipi razziali con che ha affrontato per tutta la vita. Ma Corie cerca anche di introdurre leggerezza e umorismo nel suo lavoro per rendere questi temi più accessibili (e anche per divertirsi): "Non mi prendo troppo sul serio e il mio lavoro non si prende troppo sul serio". Questo si manifesta nel suo uso di colori vivaci, motivi e influenze della cultura pop.
Corie si è laureata a maggio 2020. Spera che il suo lavoro possa continuare a "connettere le persone attraverso un'esperienza condivisa" e ispirare una maggiore rappresentanza nera nel settore della moda.