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Foto: Francis Augusto
Delusa per gli scarsi progressi che aveva sperimentato nel corso della sua esperienza professionale, Abadesi Osunsade ha fondato Hustle Crew nel 2016 con l'obiettivo di aumentare l'inclusione nel mondo delle aziende tecnologiche. La società crea strumenti ad alto impatto, piani didattici e workshop mirati per aiutare le altre aziende a capire concetti quali "pregiudizio", "privilegio" e "oppressione strutturale", in modo da poter ottimizzare i loro luoghi di lavoro in funzione dell'inclusione.
Abadesi ha discusso con Squarespace in merito ai motivi che l'hanno spinta a lanciare Hustle Crew, dell'importanza di lavorare per l'inclusione e di come l'aver messo in discussione lo status quo l'ha aiutata a crescere sia personalmente che professionalmente.
SQSP: Hustle Crew crea workshop e altri strumenti rivolti alle aziende che cercano di acquisire una maggiore comprensione dei concetti di pregiudizio, privilegio e oppressione strutturale. Che cosa speri che queste aziende apprendano dai tuoi materiali?
AO: Per molti professionisti intraprendere una discussione sull'appartenenza può suscitare emozioni complicate. Vogliamo che le persone acquisiscano fiducia e competenza nell'affrontare queste tematiche essenziali, in modo che possano stabilire un rapporto con i loro team e aiutare tutti a portare sul lavoro ciò che sono, integralmente. Adottiamo un approccio specifico, basato su determinati strumenti e piani strutturali, che permette alle persone di prendere da subito decisioni informate, indipendentemente dal loro ruolo.
SQSP: In un mondo ideale, ogni azienda agirebbe per fare in modo che le proprie prassi fossero maggiormente votate all'inclusione. Quale consiglio ti senti di dare alle persone scarsamente rappresentate che stanno riscontrando difficoltà nel luogo di lavoro?
AO: Inviterei le persone a non assumersi responsabilità che vanno oltre il ruolo per cui sono state assunte. In virtù della loro identità, queste persone finiscono per diventare i consulenti e gli esperti interni, facendo risparmiare all'azienda migliaia di dollari che dovrebbero andare a degli esperti, se si vuole lasciare il segno e ottenere un cambiamento duraturo. Inviterei le persone a praticare la cura di sé radicale e a chiedere che il datore di lavoro riservi un budget dedicato al benessere. Lavorare con il peso delle conseguenze razziali addosso è un fardello ben documentato.
SQSP: Quando si tratta di farsi portavoce delle proprie necessità e bisogni, il networking può essere un elemento cruciale per trovare una comunità di altri professionisti capace di aiutare con consigli, assistenza o altro. Che consiglio daresti a chi cerca opportunità di networking?
AO: Di non aver paura di andare online e di cominciare a seguire le persone di cui si ammira il lavoro. Trovate persone nel vostro campo, o che ricoprono ruoli ai quali aspirate e assorbite il materiale che condividono online.
SQSP: Hustle Crew ha una comunità di membri straordinariamente attiva. In che modo hai visto i membri lavorare assieme per costruire una rete che rafforzi al tempo stesso i singoli individui e la comunità nel suo complesso?
AO: I membri della comunità Hustle Crew sono accomunati da una visione condivisa finalizzata a rendere l'industria tecnologica più rappresentativa per la società di cui si occupa. Siamo accomunati dall'esperienza comune, quella di farci strada nel settore da appartenenti a un gruppo minoritario, affrontando il pregiudizio e la discriminazione. Insieme abbiamo amplificato il messaggio che questo cambiamento è urgente, e ciò ha spinto i datori di lavoro ad agire.
SQSP: Molti imprenditori alle prime armi cercano qualcuno che gli faccia da guida nel loro percorso professionale. Che consiglio daresti a chi sta cercando un mentore?
AO: I migliori mentori che ho avuto non li ho mai incontrati di persona! Quindi non dimenticate la possibilità di imparare tantissimo da libri, articoli e podcast. Poi, stabilite un rapporto reciproco con qualcuno. Consideratelo più come un amico che un mentore e trattatelo di conseguenza.
SQSP: Hai qualche tecnica da condividere con noi su come gestire al meglio una relazione tra mentore e discepolo?
AO: I discepoli devono essere estremamente proattivi nel darsi degli obiettivi e nel gestire l'aspetto logistico. I mentori devono essere disposti a condividere riflessioni personali che si agganciano in modo specifico al loro vissuto, cose che non si trovano nei libri d'affari.
SQSP: In che modo il tuo lavoro con Hustle Crew ha influenzato la tua carriera?
AO: Prima di lanciare Hustle Crew ero soltanto l'ennesima donna nel settore della tecnologia. Prendere la decisione di sfidare lo status quo e di attirare l'attenzione su una verità sgradevole ha fatto aumentare la mia visibilità nell'ecosistema tecnologico globale e apprezzo enormemente il fatto che l'aver corso dei rischi per diventare imprenditrice abbia dato i suoi frutti.
SQSP: Qual è una cosa che avresti voluto sapere prima di lanciare Hustle Crew?
Oh! Magari avessi imparato a dire di no senza rimorsi! È facile dire di sì a tutto. Il capitalismo ci ha instillato una mentalità basata sulla penuria che non corrisponde alla realtà. Dire di no è un atto di disciplina e di rispetto verso sé stessi. Dire di no ti permette di avere tempo sufficiente per occuparti delle cose che richiedono veramente la tua attenzione.
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